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Le 20 Istruzioni Spirituali di Swami Sivananda

Pubblicato: 06/27/2025

Una guida pratica per il percorso spirituale quotidiano

In un’epoca di continui cambiamenti, la saggezza antica dei Veda offre strumenti preziosi per ravvivare e approfondire la nostra pratica spirituale. Come affermava Swami Sivananda: “Adattarsi, adattarsi, adattarsi: questa è l’essenza dello Yoga” – un insegnamento che risuona profondamente nelle nostre vite moderne come balsamo curativo per l’anima.

Nell’ashram di Swami Sivananda a Rishikesh, nel nord dell’India, un imponente pilastro riporta i suoi principali insegnamenti, diventando meta di pellegrinaggio per molti ricercatori spirituali. Tra questi insegnamenti, spiccano venti istruzioni pratiche che costituiscono un compendio di saggezza applicabile alla vita quotidiana.

Queste istruzioni, che presentiamo di seguito, possono essere adattate alle proprie circostanze personali e integrate gradualmente nella propria routine. Rappresentano un percorso di trasformazione interiore attraverso la disciplina e la pratica costante.

Le 20 Istruzioni Spirituali

1. Pratica mattutina
Svegliarsi tra le 4 e le 6 del mattino, durante il brahmamaurta (l’ora divina), momento particolarmente propizio per la sadhana. Dedicare le ore tra le 4 e le 7 alla pratica spirituale per ottenere rapidi progressi nel percorso interiore.

2. Āsana
Praticare quotidianamente:

  • Posizioni meditative come il padmasana (posizione del loto) per il japa (ripetizione del mantra) e la meditazione, rivolgendosi verso est o nord per almeno mezz’ora, aumentando gradualmente fino a tre ore.
  • Sirsasana (posizione sulla testa) e sarvangasana (posizione sulle spalle) per favorire il bramhacarya (controllo sensoriale) e mantenere la salute.
  • Esercizio fisico leggero, come camminare regolarmente.
  • Venti cicli di pranayama (esercizi di respirazione) semplici e confortevoli, come l’anulosa viloma (respirazione a narici alternate).

3. Japa
Ripetere quotidianamente il proprio mantra dalle 108 alle 21.600 volte (da 1 a 200 giri del mala, il rosario meditativo). I seguaci di diverse tradizioni possono scegliere nomi o preghiere dalle rispettive scritture sacre: i cristiani possono ripetere il nome di Gesù o l’Ave Maria, i parsi formule dallo Zend Avesta, i sikh dal Grath Sahib e i musulmani dal Corano.

4. Disciplina alimentare

  • Consumare cibi puri, evitando spezie eccessive, tamarindo, aglio, cipolla, alimenti acidi e olii.
  • Praticare moderazione, evitando di sovraccaricare lo stomaco.
  • Privilegiare alimenti semplici, considerando latte e frutta particolarmente benefici per la concentrazione.
  • Concepire il cibo come medicina per sostenere il corpo.
  • Praticare periodicamente digiuni da sale e zucchero (una settimana o due).
  • Saper vivere con semplicità: riso, dhal (lenticchie) e pane senza condimenti.
  • Per i non vegetariani, ridurre progressivamente o eliminare il consumo di carne.

5. Spazio sacro
Riservare una stanza separata per la meditazione o, se non possibile, delimitare un angolo della propria camera con uno schermo o una tenda, creando uno spazio dedicato alle pratiche spirituali.

6. Carità regolare
Donare costantemente secondo le proprie possibilità, rinunciando se necessario a qualche desiderio personale per mantenere questa pratica benefica.

7. Svadhyaya (studio dei testi sacri)
Dedicare quotidianamente mezz’ora o un’ora allo studio sistematico di testi sacri come la Bhgavad Gita, il Bhagavatam, le Upanishad, la Bibbia o altri, praticando al contempo suda picara (riflessione serena).

8. Brahmacharya
Preservare con attenzione la propria energia vitale (virya), praticando la moderazione e il controllo sensoriale.

9. Preghiera
Memorizzare e recitare preghiere significative prima del japa o della meditazione per elevare rapidamente la mente.

10. Satsang

  • Frequentare regolarmente persone sagge e ambienti spiritualmente elevati.
  • Coltivare deliberatamente qualità virtuose.
  • Abbandonare compagnie e abitudini dannose, inclusi tabacco, carne e alcolici.

11. Digiuno
Osservare digiuni regolari, come durante l’ekadashi (undicesimo giorno del ciclo lunare) o limitandosi a latte e frutta. Le persone di altre tradizioni possono scegliere giorni appropriati secondo la propria fede: i cristiani a domeniche alterne, i musulmani a venerdì alterni, i parsi in giorni opportuni ogni due settimane.

12. Japa mala
Portare sempre con sé un mala (rosario meditativo) al collo, in tasca o sotto il cuscino durante la notte.

13. Mauna (silenzio)
Praticare il silenzio per alcune ore ogni giorno, evitando anche gesti o suoni inarticolati durante questo periodo.

14. Disciplina della parola

  • Dire sempre la verità, qualunque sia il costo.
  • Parlare poco e con dolcezza.
  • Pronunciare parole di incoraggiamento.
  • Evitare condanne o scoraggiamenti.
  • Non alzare mai la voce.

15. Vita semplice

  • Condurre un’esistenza semplice e soddisfatta.
  • Evitare preoccupazioni inutili.
  • Sviluppare distacco mentale.
  • Pensare a chi vive con molto meno.
  • Condividere i propri beni con gli altri.

16. Ahimsa (non violenza)
Praticare il principio “Ahimsa paramo dharma” (la non violenza è il dharma supremo), controllando la rabbia attraverso l’amore, kamsha (perdono) e daya (compassione).

17. Autosufficienza
Coltivare l’indipendenza come virtù suprema, evitando di dipendere eccessivamente dagli altri.

18. Diario spirituale
Prima di coricarsi, riflettere sugli errori e sulle buone azioni compiute durante la giornata (autoanalisi). Mantenere una routine quotidiana e fermi propositi di miglioramento.

19. Consapevolezza della morte
Ricordare che la morte può sopraggiungere in qualsiasi momento, adempiendo quindi ai propri doveri con il comportamento più puro e degno possibile (sadachara).

20. Abbandono al Divino
Rivolgere i propri pensieri al Divino al risveglio e prima di addormentarsi, coltivando un atteggiamento di abbandono fiducioso.

Queste venti istruzioni spirituali rappresentano un sentiero pratico di evoluzione interiore. Non è necessario implementarle tutte contemporaneamente: anche l’adozione graduale di alcune di esse può portare a profondi cambiamenti nella qualità della propria vita e nella propria consapevolezza. Come insegnava Swami Sivananda, l’essenza dello Yoga risiede nella capacità di adattarsi – adattare questi principi alla propria realtà quotidiana è il primo passo verso una trasformazione autentica.

Pubblicato: 06/27/2025