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Tre modi per praticare Ahimsa e vivere meglio

Pubblicato: 01/20/2023

Tre modi per praticare Ahimsa e vivere meglio

 

Prima di condividere con voi i tre modi per praticare Ahimsa e vivere meglio, desidero iniziare con i il Sutra 2:35 di Patanjali:

In presenza di una persona fermamente stabilita nella non violenza, tutte le ostilità cessano.

Nella mia pratica personale e tramite i miei canali social parlo spesso di Ahimsa, la “non violenza”.

 

Qual è il significato di Ahimsa?

Nei Sutra di Patanjali vengono presentati gli otto rami che descrivono la base dello Yoga. Il primo di essi è lo Yama, nel quale troviamo le 5 regole che spiegano gli atteggiamenti corretti da tenere nei confronti di noi stessi e degli altri.

Il significato di Ahimsa è letteralmente “non violenza” o “non fare del male” . Non solo nell’accezione negativa, ma soprattutto in quella positiva, ossia ”amore che abbraccia l’intero creato”.

Che cosa si intende con questa frase?

Si parla di “non violenza” applicata a tutti gli aspetti della vita. Significa non solo non danneggiare fisicamente gli altri, noi stessi o la natura, ma anche non pensare negativo sugli altri o su noi stessi, non giudicare, non smuovere negli altri degli stati emotivi che destino ira o malumore. Dobbiamo assicurarci che le nostre azioni siano fatte in favore dell’armonia, non per nuocere.  

Perché? Il motivo è molto semplice: chi non causa danni emette vibrazioni armoniose, incoraggiando così anche gli altri a vivere pacificamente. La vita di Gandhi, ad esempio, è stata vissuta in virtù di Ahimsa e Satya (verità)… e sappiamo come è stata la sua vita! Vale dunque la pena prendere in considerazione questa pratica, non credete?

La vera trasformazione nello Yoga avviene quando cominciamo a trasformarci in tutti gli aspetti del nostro essere. Ecco perché vi consiglio 3 modi per praticare Ahimsa nella vostra vita e vivere decisamente meglio.

 

1. Rispettare i propri limiti

Dal primo dei principianti allo yogi più esperto, tutti possiamo sentirci frustrati quando la nostra pratica Yoga (dal punto di vista fisico) non progredisce così rapidamente come avremmo voluto. Dobbiamo ricordare la parola Ahimsa durante la nostra pratica di Yoga, tutti i giorni.

Perché la maggior parte delle volte succede che, un pò per l’istinto di competizione e un pò perché il nostro ego ci spinge oltre le nostre capacità, incorriamo in lesioni o pause per dolori diffusi, proprio perché oltrepassiamo la pratica violando Ahimsa nei confronti del nostro tempio (corpo).

Quando impareremo ad accettare noi stessi completamente (non importa quanto siamo forti o flessibili), allora la nostra pratica avrà un’evoluzione. La “non violenza”  (in senso fisico) significa non spingerci oltre il nostro limite, accettandolo!

Certo, ci si mette alla prova per crescere, spingendosi verso quel limite che a volte spaventa, ma non dovremmo mai spingerci al punto di farci male. In fin dei conti, a chi interessa davvero se riuscirete a portare la gamba dietro la testa o a tenere una verticale abbastanza a lungo da soddisfare il vostro ego?

 

2. Lasciar andare l’attaccamento al risultato 

Nella vita di tutti i giorni ci si aspetta sempre qualcosa in cambio rispetto alle azioni che si compiono, perfino nell’ambiente di lavoro: se eseguiamo correttamente il nostro dovere, ci aspetteremmo almeno una pacca sulla spalla o un “bravo, sei stato davvero competente”.

Siamo cresciuti imparando l’aspettativa: dai nostri sforzi si deve ricavare un risultato. Nello Yoga succede la stessa cosa: si frequentano i corsi per anni perché si vuole raggiungere una determinata prestazione fisica, una certa flessibilità e tonicità muscolare, arrivando ed eseguire le asana più impensabili! Ma, in realtà, dove ci porta tutto questo? Ad una violenza non solo fisica, ma anche mentale!

Quando impareremo a lasciar andare l’attaccamento al risultato e l’aspettativa sulle nostre capacità smettendo di rivolgere verso noi stessi continui pensieri negativi, il nostro corpo inizierà a collaborare con noi, non ad essere contro di noi. Possiamo capire e accettare che il nostro corpo è un percorso verso la libertà, non un ostacolo! E questo vale soprattutto nella vostra pratica di Yoga, cari yogie!

 

3. Creare vibrazioni armoniose e positive

Come dicevamo, il significato della parola Ahimsa include anche “l’amore che abbraccia l’intero creato”. Stare bene con se stessi nel proprio percorso individuale e spirituale è il cammino perfetto verso l’evoluzione. Questo cammino di “pulizia” ci conduce a due stati emotivi importanti: l’armonia e la serenità. 

Tutti noi viviamo momenti di sofferenza e incontriamo diversi problemi: nessuno è esente! Il segreto per raggiungere la serenità, nella pratica dello Yoga, passa attraverso la meditazione e la respirazione (qui di seguito troverete un video per aiutarvi a praticare una semplice respirazione).

 

 

Se saremo in grado di rispettare questo percorso e trascendere quelle emozioni negative che ci appesantiscono, allora potremo sentirci in pace con noi stessi ed emanare così vibrazioni di amore e serenità!

 

“Evitare di far del male ad ogni creatura è la vera sapienza, tutto il resto è ignoranza.”

BhagavadGita

 

Pubblicato: 01/20/2023